Fascicolo
41. “Frediani Francesco”
4 aprile 1843
10 maggio 1849
Il fascicolo, intestato originariamente “Frediani Francesco”, contiene le seguenti 28 lettere di Frediani a Giuseppe Manuzzi, ora ordinate cronologicamente e rinumerate: 1, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi, Prato 4 aprile 1843 (già numerata 1 a matita), nella quale chiede notizie sulle opere già edite di Antonio Cesari per realizzare alcune ristampe; 2, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 2 maggio 1843 (già numerata 2 a matita), con la quale presenta il “tipografo Giuseppe Pontecchi che vuol ristampare, come le dissi, le Orazioni sacre del p. Cesari” e che ha bisogno di sapere a quali edizioni fare riferimento per la ristampa; gli offre poi la copia di una lettera di Cesari a Pietro Beltrami; 3, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi, Prato “sabato corrente [6 maggio] 1843 [e vd. la nota a tergo autografa di Manuzzi: “Ris[posto] lì 10 maggio 1843] (già numerata 3 a matita), nella quale chiede nuovamente sulle orazioni di Cesari da rieditare; 4, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 16 maggio 1843 (già numerata 4 a matita), dove si parla ancora della ristampa delle orazioni di Cesari e delle bozze che Frediani sta rivedendo; 5, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 19 maggio 1843 (già numerata 5 a matita), nella quale si accenna alla ristampa delle orazioni di Cesari e a suggerimenti correttori di Manuzzi; 6, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 26 maggio 1843 (già numerata 6 a matita): ancora sulla pubblicazione delle orazioni di Cesari; 7, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 4 giugno 1843 (già numerata 7 a matita): sulle orazioni di Cesari e sui problemi testuali della ristampa; 8, Lettera di Francesco Frediani a [Giuseppe Manuzzi] a Firenze, Prato 2 luglio 1843 (già numerata 8 a matita), con la quale accompagna “questi due esemplari del primo tomo delle Orazioni” donati dall’editore Pontecchi; gli chiede inoltre consiglio su quali altre imprese tipografiche potrebbero essere adatte a Pontecchi, che ha poco lavoro; 9, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Lucca 20 luglio 1843 (già numerata 9 a matita), nella quale lo ringrazia “della Iscrizione che mi favorì e che lessi insieme col Guasti”; 10, Lettera di Francesco Frediani a destinatario non identificato [ma Giuseppe Manuzzi dalla nota manoscritta a tergo “Ris[posto] il 1. ottobre], Prato 11 settembre 1843 (non numerata a matita), con la quale accompagna “i due ultimi volumetti del Cesari e le due scritture di lui, che ella ci diede per la nostra ristampa”; chiede inoltre: “a che punto siamo col Vocabolario?”; 11, Lettera di Francesco Frediani a destinatario non identificato [ma Giuseppe Manuzzi dalla nota manoscritta a tergo “Ris[posto] il 13. ottobre], Prato 9 ottobre 1843 (già numerata 11 a matita), con la quale gli spedisce “una iscrizioncella mia”; 12, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 12 ottobre 1843 (già numerata 12 a matita), nella quale lo avverte che la “Raccolta in morte della Porciani è sotto il torchio”; a tal proposito gli manda la bozza dell’epigrafe composta dallo stesso Manuzzi; 13, Lettera di Francesco Frediani a destinatario inespresso [ma Giuseppe Manuzzi dal contenuto della missiva], Prato 11 novembre 1843 (già numerata 13 a matita), con la quale gli manda “la Raccoltina”; lo informa poi che lo stampatore Pontecchi è indietro con l’edizione del “Davanzati”; 14, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi, Firenze “domenica corrente” [ma primi del 1844 per indizi interni] (già numerata 15 a matita), con la quale invia “il fascicolo 80 che amerei cambiato”; 15, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 19 febbraio 1844 (già numerata 14 a matita), nella quale lo informa che non ha ricevuto “il fascicolo 82”; chiede inoltre informazioni sia sul testo del Davanzati (in particolare sul verbo “fognare” e sull’espressione “fognata d’un sommo vantaggio”) sia sull’acquisto delle opere di Antonio Cesari; 16, Lettera di Francesco Frediani a destinatario inespresso [ma Giuseppe Manuzzi dalla nota manoscritta a tergo “Ris[posto] lì 26 di Feb 1844], Prato 24 febbraio 1844 (già numerata 15 a matita): ancora su fascicoli mancanti e sull’acquisto delle “Bellezze” del Cesari; 17, Lettera di Francesco Frediani a destinatario non identificato [ma Giuseppe Manuzzi dal contenuto della lettera], Prato [29] febbraio 1844 (già numerata 18 a matita), nella quale si complimenta con Manuzzi per l’onorificenza ricevuta dal “nostro Principe” per il “suo egregio lavoro”; 18, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato “1. Dom. il dì di mezza Quaresima” [forse 10 marzo?, ma comunque ante 18 di marzo 1844, data della risposta di Manuzzi, come annotato a tergo] (già numerata 17 a matita), nella quale lo informa di aver ritrovato tra le sue carte il fascicolo mancante; 19, Lettera di Francesco Frediani a destinatario inespresso [ma Giuseppe Manuzzi dal contenuto della lettera], Firenze 12 febbraio 1845 (già numerata 19 a matita), nella quale lo informa di aver ottenuto una firma al “suo manifesto”; 20, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 24 aprile 1845 (già numerata 20 a matita): sulla morte di mons. Benigno Albertini, vescovo di Scutari; 21, Lettera di Francesco Frediani a destinatario inespresso [ma Giuseppe Manuzzi dal contenuto della lettera], Prato 21 giugno 1845 (già numerata 21 a matita): sull’acquisto di libri e sull’attesa della “lettera del Cesari da lei promessa”; 22, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Figlinelle (Gaiole in Chianti) 12 settembre 1846 (già numerata 22 a matita), con la richiesta di una copia del volume “delle lettere del Cesari”; 23, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 24 novembre 1846 (già numerata 23 a matita): sull’acquisto di tre copie “delle lettere [di Cesari]”; 24, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 10 [gennaio] 1847 (già numerata 24 a matita): ancora sull’acquisto di tre copie “delle lettere [di Cesari]” e sull’eventuale pubblicazione, da parte dello stesso Manuzzi, delle “Opere minori del Davanzati”; 25, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 11 aprile 1847 (già numerata 25 a matita), nella quale lo informa sulle sue riflessioni sul verbo “solvere” e gli chiede ancora se sta lavorando alle “Opere minori del Davanzati”; 26, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 18 aprile 1847 (già numerata 26 a matita), nella quale esprime giudizi non lusinghieri sulle epigrafi di Luigi Muzzi; 27, Lettera di Francesco Frediani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Prato 13 marzo 1848 (già numerata 27 a matita), nella quale ringrazia dei libri ricevuti; 28, Lettera di Francesco Frediani a destinatario inespresso [ma Giuseppe Manuzzi dal contenuto della lettera], Prato 10 maggio 1849 (già numerata 28 a matita): “Gradisca questa meschinità come mal ricambio di tante belle e buone cose avute dalla sua gentilezza…”.
Elisabetta Benucci
Elisabetta Benucci