Fascicolo
10. “Fanfani Pietro”
2 [gennaio] 1846
19 settembre 1871
Il fascicolo, intestato originariamente “Fanfani Pietro”, contiene 19 documenti (2 fogli con informazioni sul fascicolo, 15 lettere di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi, 1 biglietto di autore non identificato a destinatario ignoto, 1 lettera di Pietro Fanfani a Carlo Catanzaro) per il periodo 2 gennaio 1846 - 19 settembre 1871: Nello specifico: A, Foglio autografo di Leone Vicchi con brevi notizie su Pietro Fanfani; B, Foglio dattiloscritto con il regesto di qualche lettera; 1, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Pistoia 2 [gennaio] 1846 (già numerata 1 a matita), nella quale Fanfani cerca un primo contatto con Manuzzi: “Chiarissimo Signore. Mi è venuto fatto di piluccare certe lettere italiane dal comune di Pistoia […] Esse sono scritte dal 1390 al 1394, e in una lingua così pura e così sciolta, che hanno, o m’inganno, tutto il candore di quel secolo, e non hanno fiore, o ben poco, della sua ruggine. Vorrei mandare un saggio a V.S. per sentire se le pare il medesimo”: gli chiede pertanto dove indirizzare il plico non conoscendo l’indirizzo esatto; 2, Lettera di Pietro Fanfani a [Giuseppe Manuzzi (dalla nota apposta a tergo autografa del Manuzzi)] [a Firenze], Pistoia 4 [gennaio] 1846 (già numerata 2 a matita), con la quale accompagna l’invio di “qualcuna delle garbatissime letterine di cui le parlai”; 3, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Pistoia 13 [gennaio] 1846 (già numerata 3 a matita), nella quale richiede “quel quinternino di lettere che le mandai” (sollecitando un giudizio su di esse) e gli offre in visione gli “Statuti del Comune di Cecina fatti ne primi del 400”; 4, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi, s.l. e s.d. [ma 1846, o primi del ’47, dal contenuto; si rivolge, tra l’altro, ancora a Manuzzi chiamandolo “Egregio Signore”; in seguito, già dal maggio 1847, la formula diventerà “Carissimo…” ] (già numerata 10 a matita), nella quale chiede la restituzione “di quelle varie lezioni degli Statuti” (e cfr. lettera precedente); 5, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi, Pistoia 4 [gennaio] 1847 (già numerata 7 a matita), nella quale presenta il suo “Giornale filologico”, che presto sarà stampato e per il quale si avvale della collaborazione di Bindi, Contrucci, Franchini e di altri amici; lo esorta a scrivere per il periodico e a mandargli una lista di nomi di possibili associati; 6, Lettera circolare a stampa con firma autografa di Pietro Fanfani, Pistoia 13 febbraio 1847 (già numerata 6 a matita), per le associazioni al “mio nuovo Giornale filologico, di cui ardisco mandarle il primo Numero” e del quale si parla nella lettera precedente; 7, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Pistoia 7 maggio 1847 (dal timbro postale) (già numerata 8 a matita), nella quale discute sulla voce “inserviente” e chiede di avere i primi tre fascicoli del “Dizionario” del Puoti e di associarlo all’opera; 8, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi, s.l. e s.d. [ma 8 agosto 1847, da annotazione in calce di Manuzzi] (già numerata 11 a matita), con la quale gli invia un ms. per sapere se è inedito perché vorrebbe pubblicarlo; si duole del “povero Puoti”, del quale pubblicherà nel n. 12 del giornale la “sua ultima lettera, che egli proprio m’aveva mandato per istamparla”; 9, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, s.l. e s.d. [ma 11 agosto 1847, dalla nota apposta a tergo autografa del Manuzzi] (già numerata 12 a matita), dove affronta questioni filologiche relative a passi di alcune vite di santi; 10, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, s.l. e s.d. [ma 16 agosto 1847, dalla nota apposta a tergo autografa del Manuzzi] (già numerata 13 a matita), ancora su questioni filologiche, in particolare su “quel volgarizzamento fatto dal nostro Ser Bonacosa” segnalatogli da Marc’Antonio Parenti; 11, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi, Pistoia 21 agosto 1847 (già numerata 4 a matita), nella quale chiede se può ancora avere le opere promessegli da Puoti prima di morire; 12, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi, s.l. e s.d. [ma 1847, dalla nota apposta a tergo autografa del Manuzzi] (già numerata 5 a matita), nella quale lo informa che presto gli manderà l’antico testo “Meditazione della povertà di S. Francesco” (Pistoia, Cini, 1847) che tanto è piaciuto a Gioberti; 13, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi [a Firenze], [Pistoia] 8 marzo [s.a., ma 1849, dalla nota apposta a tergo autografa del Manuzzi] (già numerata 14 a matita): “mi occorre di consultare il tuo Vocabolario e per il lavoro sulla Crusca nuova, e per altre mie coserelle. Bisognerebbe che, per qualche giorno, mi facessi piacere della copia che ti servi tu”; 14, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi, s.l. e s.d. [ma ante 10 marzo 1849, dalla nota apposta a tergo autografa del Manuzzi] (già numerata 15 a matita), con la quale gli manda “i primi due quinterni del mio opuscolo”; 15, Lettera di Pietro Fanfani a Giuseppe Manuzzi, s.l. e s.d. [ma novembre 1849, dalla nota apposta a tergo autografa del Manuzzi] (già numerata 16 a matita), nella quale gli chiede “i cinque fascicoli del Vocabolario novello” per preparare “un lavoretto, che sarà una specie di Paralipomeni al mio librettaccio”; 16, Biglietto di autore non identificato a destinatario ignoto (forse Manuzzi?), 22 aprile 1871 (già numerata 3 a matita). A tergo della lettera, a matita è indicato “Scolari”. Nel biglietto si scrive: “In tanto a voi mille eterni encomj pel Vocabolario che deste all’Italia, il migliore e più casto e puro di tutti”; si accenna poi all’invio di un testo stampato sulla locuzione (su cui aveva scritto anche Fanfani nel 1864) “Cercar Maria per Ravenna”; 17, Lettera di Pietro Fanfani a Carlo Catanzaro, Firenze 19 settembre 1871 (già numerata 1 a matita): “La ringrazio della Rivista, che mi piace; e mi garbano sopra tutti l’articolo su’ Giurati, e quello sul Dall’Ongaro. Io non posso prometterle nulla per ora, ma vedrò”.
Elisabetta Benucci
Elisabetta Benucci