Fascicolo
15. “Rio Pietro (dal)”
6 dicembre 1826
22 settembre 1838
Si tratta di Pietro Dal Rio (qui però indicizzato in ordine alfabetico sotto la “R”): cfr. fascetta 1664. "Autografi Da-De", fascicoli 6 e 7 con lettere di Dal Rio a Manuzzi (con il cognome correttamente indicizzato come “Dal Rio”). Il fascicolo contiene 19 documenti autografi di Dal Rio (18 lettere e un ms.), che erano condizionati inizialmente in modo disordinato in tre inserti separati (contenenti anche regesti di lettere dattiloscritti) che comunque conserviamo. Abbiamo adesso raccolto tutta la documentazione in un unico fascicolo e ordinato cronologicamente i documenti. Pietro Dal Rio (Cerignola 18.2.1803 - Firenze 12.9.1862) fu filologo e maestro. Nello specifico, il fascicolo conserva: 1, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Faenza 6 dicembre 1826, già numerata a matita 2, con la quale presenta il giovane Carlo Er[r]ani faentino, che si trasferirà a Firenze per studiare i capolavori della pittura, in particolare le miniature; per questo giovane, Dionigi Strocchi ha già diretto lettere agli “onorati Signori Letterati Giordani e Corsini Marchese”; 2, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Faenza 27 aprile 1827, già numerata a matita 3, nella quale chiede l’indicazione bibliografica precisa di alcune iscrizioni “in nostra lingua impresse a Lugo” che Manuzzi vorrebbe acquistare; a c. 2r la minuta di risposta di Manuzzi con le informazioni richieste (datata 22 maggio 1827); 3, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Faenza 27 luglio 1828 [da nota a tergo di Manuzzi], già numerata a matita 4, nella quale racconta della profonda amicizia con Angelo Ubaldini e del progetto di quest’ultimo di “dimorare costà per sei mesi e più, e fondare privatamente una scuola di Latina non che e di lingua Italiana, e di Aritmetica ancora”; 4, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma “l’ultimo di Febbraio 1829”, già numerata a matita 7, nella quale smentisce le “falsità” dette dal canonico Scanelli; 5, Lettera di Pietro Dal Rio e Angelo Ubaldini a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 4 marzo 1829. Si tratta di due lettere distinte nello stesso bifoglio (già numerato a matita con numero 8): nella prima Dal Rio polemizza ancora sulle posizioni dello Scanelli; nella seconda Ubaldini magnifica l’accoglienza ricevuta dall’Azzocchi e si duole del comportamento di Errani; 6, Lettera di Angelo Ubaldini e di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 1 settembre 1829. Si tratta di due lettere distinte nella stesso bifoglio (e anche numerate a matita distintamente: la prima con numero 12, la seconda col numero 16): nella prima Ubaldini parla del volgarizzamento di Terenzio (e di un giudizio di Giordani); nella seconda Dal Rio parla di questioni, letterarie e non, legate a Muzzarelli ed Emiliani; 7, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Roma (dal timbro postale)] 9 dicembre 1829 (da nota a tergo di Manuzzi), già numerata a matita 20, nella quale gli trasmette il testo “In morte di Adelaide Trevisan. Sonetto” e lo informa sia che “si sta meditando dall’Azzocchi e Muzzarelli una grande accademia al Cesari” sia dei libri che vorrebbe acquistare sia della rottura dell’amicizia con Ubaldini; 8, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, s.d. [ma giugno 1830 (da nota a tergo di Manuzzi)], già numerata a matita 33, nella quale si sofferma sul busto di Cesari (che non andrà in Campidoglio), su Monti e sulla bella biografia scritta su di lui da Giordani, sull’opera “Antologia Epistolare di Autografi Inediti De’ Più Illustri Letterati Italiani Macerata Presso Benedetto di Antonio Cortesi 1830. Vol. primo”, dedicata a Giambattista Niccolini (la raccolta è stata tratta dall’archivio di Muzzarelli); 9, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Ferrara 23 aprile s.a. [ma 1833 (da nota a tergo di Manuzzi)], già numerata a matita 46, nella quale gli racconta la sua penosa carcerazione, dichiarandosi innocente (Dal Rio era stato incarcerato a Roma per motivi politici, poi fu mandato al confino a Ferrara, dove trovò rifugio presso i conti Muzzarelli; trasferitosi a Firenze, qui rimase per il resto della sua vita, facendo l’insegnante e poi il bibliotecario nella Magliabechiana); 10, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Ferrara 4 luglio s.a. [ma 1833 (dal timbro postale)], già numerata a matita 49, nella quale chiede riscontro alle osservazioni che gli ha mandato circa il “tuo Saggio del Vocabolario”; 11, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Ferrara] 14 agosto 1833, già numerata a matita 50, nella quale, dopo avergli chiesto di trovargli un’occupazione come precettore a Firenze, gli propone “di travagliare sul Vocabolario che tu compili”, esponendogli in dettaglio come potrebbe procedere nel lavoro; 12, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Ferrara 31 gennaio 1834, già numerata a matita 60, nella quale lo informa che sta lavorando alle sue “giunte” e che potrà fornirgliene “sopra un buon migliaio”. Gli trascrive poi il testo da lui composto “A Vincenzo Monti. Sonetto” e gli chiede le correzioni da fare; 13, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Ferrara 25 marzo 1834, già numerata a matita 65, nella quale gli propone una nuova versione del sonetto “A Vincenzo Monti” con varianti (che spiega minutamente nel testo della lettera); a fianco dei versi per Monti la trascrizione del sonetto “Su Giuseppe Parini”; 14, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Ferrara 20 aprile 1834, già numerata a matita 66, nella quale chiede informazioni su alcune giunte da lui preparate, gli annuncia l’arresto di Pietro Giordani, la morte di tale Girolamo Amati, dà notizie di Betti, Odescalchi e Biondi, e gli invia i testi di due sonetti, rispettivamente dedicati a Petrarca e a Tasso; 15, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, s.d. [ma Ferrara novembre 1834: dal timbro postale], già numerata a matita 97, nella quale si lamenta di alcune disgrazie; 16, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, s.l. 18 novembre 1834, già numerata a matita 98 (ancora sulle sue disgrazie, anche amorose); 17, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Firenze 14 febbraio s.a. [ma 1836: dal timbro postale], già numerata a matita 110 (ancora sulle sue disgrazie); 18, Lettera di Pietro Dal Rio a Giuseppe Manuzzi a Lucignano, Firenze 22 settembre 1838, già numerata a matita 112 (su alcuni lavori; sul verso della carta la risposta di Manuzzi, da Lucignano 20 settembre 1838); 19, Manoscritto, senza data, con scrittura molto fitta, autografo di Del Rio: contiene la sua memoria difensiva per essere ormai da diciotto mesi “privato della libertà”.
Elisabetta Benucci
Elisabetta Benucci